il cambio di postura (iperlordosi) che fa gravare tutte le pressioni addominali sulla parte anteriore del perineo (la più debole);
l’attività ormonale che rilassa il pavimento pelvico (in vista del parto);
l’inevitabile aumento di peso che accresce la pressione a cui il perineo è sottoposto.
È fondamentale sin da giovanissime avere percezione e cura di questa parte del corpo per mantenerlo in salute e per evitare quindi l’insorgenza o il peggioramento di disfunzioni perineali. Gli eventi più delicati e stressanti per il pavimento pelvico sono le attività sportive intense (il 50-60% delle sportive ha incontinenza urinaria da sforzo in età tra i 16-24 anni, soprattutto per sport come pallavolo, basket, corsa); la menopausa (per il calo di estrogeni che influisce negativamente su muscoli, legamenti e trofismo delle mucose); la chirurgia pelvica; la gravidanza e il parto.
Da qui l’importanza di fare una valutazione in gravidanza per giungere al parto con un pavimento pelvico in salute, fondamentale per sentire meno dolore in travaglio e per avere un periodo espulsivo più breve e con minor rischio di lacerazioni.
I rischi del parto sul pavimento pelvico, però, non sono legati solo alle lacerazioni muscolari ma anche alla possibilità di danni nervosi e alle strutture di sostegno (i legamenti).
Durante il puerperio (i 40 giorni che seguono il parto) i legamenti che sostengono l’utero e la vescica hanno la possibilità di accorciarsi ed è l’unico momento della vita in cui i legamenti possono farlo. Questo significa che, se c’è un prolasso (da lieve a grave), è importantissimo ‘sfruttare’ questo periodo così prezioso.
Interessarsi al pavimento pelvico in gravidanza è dunque importante per tutte le donne, tanto più se i problemi cominciano subito, come spesso capita nella seconda gravidanza e in quelle successive. L’obiettivo è limitare, per quanto possibile, i disturbi nei nove mesi, ma soprattutto prevenire danni importanti nel post-parto, e in particolare: prolassi a vescica, retto o utero; incontinenza (da sforzo, da urgenza o mista); incontinenza anale (a gas e/o feci); stitichezza.
L’incapacità di utilizzare i muscoli del pavimento pelvico Come valutarlo? Si può tentare con un rapido test a casa, il cosiddetto pipì-stop: mentre si urina, bisogna provare a fermare il flusso di pipì. In questo modo imparo a riconoscere il movimento della muscolatura del pavimento pelvico. IMPORTANTE: è solo un test da praticare una tantum, non va eseguito come esercizio di routine perché aumenta il rischio di infezione urinaria e altera i meccanismi fisiologici della minzione
Perdita di aria dalla vagina. È una sensazione che si prova cambiando posizione. Dopo l’attività fisica in piscina, possono inoltre esserci perdite d’acqua.
Dolore nei rapporti sessuali o la scarsa sensibilità Il dolore non è una conseguenza della gravidanza: nei nove mesi, quando tutto procede in modo fisiologico, è infatti possibile avere una vita sessuale normale. Quando si percepisce fastidio, dolore o si registra una minore sensibilità può essere dovuto a una disfunzione del pavimento pelvico.
Gli interventi necessari cambiano anche a seconda del trimestre di gravidanza. Se nei primi sei/sette mesi è utile tonificare il perineo per aiutarlo a sostenere il peso della pancia, nell’ultimo mese e mezzo si consiglia di lavorare sul rilassamento, introducendo i massaggi perineali. L’indebolimento del pavimento pelvico – causato dagli ormoni della gravidanza, oltre che da postura e peso della pancia – non è infatti casuale: durante il parto, e soprattutto nella fase espulsiva, è importante che il perineo non sia teso e contratto, bensì morbido ed elastico.
L’attività fisica in gravidanza, se moderata e senza pressioni sul pavimento pelvico (niente salti né sforzi eccessivi), è utile e consigliata. Via libera alle camminate, alla ginnastica dolce e all’attività in acqua, soprattutto se calibrata sulle donne in attesa.